mercoledì, novembre 22, 2006

Urbino


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Urbino, città di mecenati.


Martedì, secondo giorno di libera.
Volevamo svegliarci presto, ma il letto è un’amante esigente……….
Così sveglia alle 10.30 circa, colazione, recitazione, e via verso nuove avventure. Volevamo andare fino a Grosseto, ma da qui sono circa cinque ore d’auto, meglio soprassedere. Decidiamo di andare fino ad Urbino, passando per San Leo, un paese medievale arroccato in cima ad un cocuzzolo, in cui è stato imprigionato Giuseppe Balsamo detto il Cagliostro.

Eccovi il link per saperne di più:

http://www.comune.san-leo.ps.it/immcagliostro/CAGLIOSTRO.html

Vento freddo, luce bianchissima, poche persone, gli unici stranieri, noi.
Entriamo in un negozio per curiosare, nessuno. Dico nessuno, rimaniamo cinque minuti ad aspettare, nessuno. Usciamo, un caffè in un osteria locale, via verso Urbino, è quasi l’una.
Il viaggio prosegue con un panorama splendido, immaginatevi un quadro di Raffaello Sanzio, Michelangelo, Leonardo da Vinci, lo sfondo della Gioconda, tanto per capirci, sono queste dolci colline, verde smeraldo, aceri rossi, in alcuni scorci non si scorge opera umana, non una strada, un traliccio, solo natura.
Immaginatevi di abitare qui………………………………………
Che palle!!!!!
Arriviamo ad Urbino, innanzi tutto vi do le cifre, 15.000 abitanti, 20.000 studenti di cui il 70% giovani donne.

Per il resto beccatevi il link con wikipedia, così mi evitate il copia ed incolla:

http://it.wikipedia.org/wiki/Urbino

dicevamo, non so se mi spiego, ho avuto la stessa sensazione a Rimini, tanto per capirci, brune, bionde, alte, piccole, magre, cicciotte, alla moda e fricchettone, insomma per tutti i gusti. Ho fame, cerchiamo un posto dove mangiare, c’è un ristorante macrobiotico dove Massimiliano andava quando frequentava l’università. Si mangia discretamente, poi scusate con 6,20 € cosa pretendete!!! Bietole scottate, cous cous con i porri, ceci in umido, cavoli in agro, un bicchiere di te verde, tutto sano e naturale. Mangi benissimo, il dramma è che dopo due ore hai fame.
Due passi, caffè.
E, in tutto il suo splendore, mi appare il Palazzo Ducale di Urbino, sede del Museo Nazionale delle Marche.
Così nella foto è come l’ho visto io.
La luce diversa, un ponteggio per il restauro della facciata, ma così è.

http://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Ducale_di_Urbino

http://it.wikipedia.org/wiki/Galleria_Nazionale_delle_Marche

Eccovi i link, non sto a farvi una descrizione, anche perché su wikipedia è fatta benissimo, con foto, rimandi, tutto quello che serve. In fondo si tratta sempre della migliore enciclopedia online, volete saperne di più???
Eccovi il link:

http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:A_proposito_di_Wikipedia

La spesa per visitare un museo come questo è irrisoria, 5 €, accompagnati da una guida, Francesca una giovane urbinate, ingegnere meccanico, guida in un museo per passione, che spiega, racconta, commenta quello che vediamo, ma ci lascia anche tutto il tempo per ammirare ogni quadro, sala, arazzo, stemma, presente in ogni stanza. La visita di tutte le sale dura oltre due ore, sono oltre trenta.
Finito il giro negli appartamenti ducali, proseguiamo nella biblioteca, quello che ne rimane, visto che, con l’annessione del Ducato di Urbino allo stato pontificio, venne spostata in blocco nelle biblioteche vaticane.
Non ci sono parole.
Gli urbinati sono ancora incazzati adesso.
Usciamo, è buio ormai, piove.
In un negozio acquisto del te verde al gelsomino, la mia passione.

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