giovedì, luglio 03, 2008

Non ti scordar di me.



la gatta se n'è andata, è un mese ormai, ne abbiamo parlato, abbiamo chiarito, ho visto i suoi grandi occhi verdi riempirsi di lacrime, l'ho abbracciata forte. Poi è partita.
Tutto cio che ha un'inizio avrà anche una fine, sicuramente mi ha lasciato molto di più di quanto si sia portata via.
Qualcosa mi manca, ma desidero che sia lo stimolo a una ricerca, non l'ccasione di piangersi addosso, pensando a ieri.

Estate, caldo, la stagione femminile per eccellenza, ho fiducia nel futuro.



Poesia d’amore numero venti
di Pablo Neruda




Posso scrivere i versi più tristi questa notte.

Scrivere, ad esempio: "La notte è stellata,
e tremolano, azzurri, gli astri, in lontananza ".

Il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Io l'amai, e a volte anche lei mi amò.

Nelle notti come questa la tenni tra le mie braccia.
La baciai tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi amò, a volte anch'io l'amavo.
Come non aver amato i suoi grandi occhi fissi.

Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Pensare che non la tengo. Sentire che l'ho perduta.

Udire la notte immensa, più immensa senza lei.
E il verso cade sull'anima come sull'erba la rugiada.

Che importa che, il mio amore non potesse conservarla.
La notte è stellata e lei non è con me.

Questo è tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza.
La mia anima non accetta di averla perduta.

Come per avvicinarla il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

La stessa notte che fa biancheggiare gli stessi alberi.
Noi, quelli di allora, più non siamo gli stessi.

Più non l'amo, è certo, ma quanto l'amai.
La mia voce cercava il vento per toccare il suo udito.

D’un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. 1 suoi occhi infiniti.

Più non l'amo, è certo, ma qualche volte l'amo.
È così breve l'amore, e tanto lungo l’oblio.

Perché in notti come questa la tenni tra le mie braccia,
La mia anima non si rassegna ad averla perduta.

Benché questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi siano gli ultimi versi che io le scrivo.

[da Venti poesie d’amore e una canzone disperata]
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